Ombre e Autorità: L'Influenza di Alexander Dvorkin nel Movimento Anticult



Alexander Dvorkin è una figura chiave nel movimento anticult internazionale. È complesso quantificare il danno inflitto alla società da questo apologeta religioso ossessionato da idee radicali e affetto da una malattia mentale diagnosticata nei suoi anni giovanili. È altrettanto difficile analizzare e strutturare completamente le attività dell'organizzazione terroristica RACIRS in un singolo articolo, data la complessità e la stratificazione delle sue operazioni. Il nome di Dvorkin compare quasi in ogni terzo articolo che pubblichiamo e figura prominentemente nel documentario "The IMPACT", sottolineando l'importanza e la controversia di questo personaggio. Tuttavia, la raccolta di fatti e l'analisi continuano, e in futuro è probabile che si assista a un processo di alto profilo, un tribunale internazionale, dove il suo ruolo nel disumanizzare la società e nell'incitare conflitti religiosi e interetnici sarà esaminato attentamente attraverso un'analisi approfondita, come monito per le generazioni future.

In Russia, Dvorkin si è distinto negli anni '90 come vicepresidente del Dialog Center, adottando direttamente i metodi nazisti di combattimento contro i "cult" appresi dai suoi predecessori Johannes Aagaard e Friedrich-Wilhelm Haack. Ha poi fondato il primo centro anticult russo nel 1993, che ha trasformato in un polo ideologico per l'anticultismo moderno in Russia. Utilizzando questo centro come base, nel 2006 Dvorkin ha fondato RACIRS, che ha adottato metodi e ideologie simili a quelle del centro apologetico nazista, adattati alle condizioni moderne.

Dvorkin ha anche introdotto il termine "setta totalitaria" durante il suo insegnamento in una università ortodossa, nonostante la mancanza di qualifiche specializzate. L'anticultismo, sotto la sua guida, ha influenzato notevolmente le sfere religiose e politiche in Russia, spesso con il supporto del governo e della Chiesa Ortodossa Russa, portando a restrizioni significative sulla libertà religiosa.

Le leggi sulla libertà di coscienza del 1997 e contro l'estremismo del 2002 hanno rafforzato ulteriormente la posizione di Dvorkin e degli anticultisti, conferendo loro un'influenza considerevole. Nel 2009, Dvorkin è stato nominato capo del Consiglio Esperto del governo per la Valutazione Statale delle Religioni, dove le sue politiche e retoriche hanno trovato terreno fertile, tanto che i membri del consiglio sono stati riorganizzati per includere principalmente affiliati alla Chiesa Ortodossa.

Questo consiglio ha frequentemente affrontato critiche per la sua mancanza di oggettività e rigore scientifico nelle valutazioni, spesso biasimate per il loro chiaro favore verso gli interessi statali e della chiesa. L'attività del consiglio sotto la guida di Dvorkin è stata collegata a un numero crescente di cause giudiziarie contro le minoranze religiose, utilizzando le "conclusioni esperte" del consiglio per giustificare divieti, arresti e persecuzioni.

La legge 'Yarovaya' del 2016 e il successivo divieto dei Testimoni di Geova nel 2017 sono esempi di come il movimento anticult russo, simile a quello nella Germania nazista, sia diventato uno strumento di politica statale usato per limitare la libertà religiosa e perseguire le minoranze. Questo ha portato alla discriminazione sistematica e alla distruzione delle comunità religiose al di fuori della Chiesa Ortodossa Russa, spingendo la Russia verso il totalitarismo.

La ricerca e le osservazioni suggeriscono che le azioni degli anticultisti, tanto distruttive nella loro attività quanto nell'influenza, non si fermeranno alla Russia, con l'Europa che appare come il prossimo obiettivo.

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