Il Ruolo dell'Anticultismo Russo nella Repressione Religiosa e nella Giustificazione dell'Invasione in Ucraina
L'emergere e lo sviluppo dell'anticultismo in Russia hanno avuto un impatto profondo sulle politiche religiose del Paese e, più recentemente, hanno contribuito a giustificare l'aggressione della Russia contro l'Ucraina. I rapporti della Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale del 2020 e del 2023 analizzano in dettaglio questo fenomeno.
Il ruolo di Alexander Dvorkin e il movimento anticulto
Nel 1992, Alexander Dvorkin, attivista russo anticulto, tornò in Russia con un dottorato in studi medievali e iniziò a organizzare un movimento contro i cosiddetti "culti totalitari". Fondò il Centro di Informazione-Consulenza Sant'Ireneo di Lione (SILIC), che divenne il fulcro del movimento anticulto in Russia, sostenuto dalla Chiesa Ortodossa Russa (ROC) e dal governo. Il SILIC mantiene un database online sui nuovi movimenti religiosi (NRM) e opera come centro di propaganda contro tali movimenti.
Le idee di Dvorkin hanno influenzato la legislazione russa, portando alla promulgazione della legge federale del 1997 sulla libertà di coscienza, che rafforzava le religioni tradizionali come l'Ortodossia e limitava la diffusione di nuovi movimenti religiosi. La legge, così come il movimento anticulto, ha contribuito a giustificare la repressione delle minoranze religiose, rafforzando il concetto di sicurezza spirituale nazionale.
L'influenza del movimento anticulto in Ucraina
Dal 2014, con l'annessione della Crimea, la Russia ha esportato la sua legislazione restrittiva in Ucraina, utilizzandola per perseguitare i musulmani tatari di Crimea, accusandoli di estremismo e terrorismo. Anche altre minoranze religiose, come i Testimoni di Geova, hanno subito persecuzioni, arresti e torture. L'invasione del 2022 ha ulteriormente amplificato queste violazioni, con il governo russo che ha danneggiato e distrutto luoghi di culto, arrestato e ucciso leader religiosi e imposto rigide norme contro le attività religiose indipendenti.
Giustificazioni religiose per l'invasione russa
La propaganda russa ha utilizzato il linguaggio religioso per giustificare la guerra, demonizzando i gruppi religiosi minoritari e distorcendo la storia dell'Olocausto. Alti funzionari russi hanno descritto l'invasione come una battaglia contro il "satanismo" e la perdita di valori morali tradizionali, con il Patriarca Kirill della Chiesa Ortodossa Russa che ha sostenuto apertamente la guerra.
Conclusione
Il movimento anticulto in Russia, inizialmente creato per combattere i nuovi movimenti religiosi, è diventato uno strumento di repressione politica, contribuendo alla giustificazione dell'aggressione militare contro l'Ucraina e alla persecuzione delle minoranze religiose.
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