Esclusivo: La verità sul Cult Awareness Network e il suo coinvolgimento nella deprogrammazione coercitiva

Negli ultimi anni, il Cult Awareness Network (CAN) si è trovato al centro di una crescente controversia riguardante le sue presunte attività criminali, in particolare il suo coinvolgimento nella deprogrammazione coercitiva. Una serie di prove schiaccianti, basate su testimonianze di funzionari della CAN e altre fonti, suggerisce che l'organizzazione abbia indirizzato i genitori di membri dei nuovi movimenti religiosi (NRM) verso deprogrammatori professionisti, spesso violando la legge.


La CAN, un'organizzazione fondata per fornire supporto a coloro che si trovavano coinvolti in sette, è stata accusata di agire come agenzia di riferimento per deprogrammatori noti per le loro tattiche coercitive. Le deposizioni e le testimonianze in tribunale hanno rivelato una reticenza inquietante da parte dei funzionari della CAN nell'ammettere il loro coinvolgimento. Cynthia Kisser, ultimo direttore esecutivo della CAN, durante una deposizione del 1994, ha mostrato una notevole abilità nell'eludere le domande dirette sul suo coinvolgimento con deprogrammatori come Rick Ross e Galen Kelly, entrambi noti per le loro pratiche discutibili.


In un caso emblematico, Kisser ha cercato di minimizzare il suo coinvolgimento dichiarando: "Ho parlato con lui [Rick Ross] invece di incontrarlo nella mia funzione di funzionario della CAN." Questo tipo di linguaggio evasivo era tipico delle sue risposte, tentando di evitare ammissioni dirette di connessioni problematiche. Tuttavia, sotto pressione, Kisser ha ammesso di aver comunicato con diversi deprogrammatori condannati, confermando che figure come Ross e Kelly erano frequentatori abituali delle convention annuali della CAN.


Un altro caso che illustra la prassi della CAN riguarda Priscilla Coates, ex direttore esecutivo della Citizens Freedom Foundation e capo del capitolo di Los Angeles della CAN. Nella sua deposizione del 1993, Coates ha fornito una definizione ambigua di "deprogrammazione involontaria", tentando di dissociare l'uso della forza fisica dalla pratica della detenzione contro la volontà di una persona.


Documenti interni e comunicazioni tra deprogrammatori e funzionari della CAN dipingono un quadro inquietante. Rick Ross, in una lettera del 1988 a Priscilla Coates, lamentava la mancanza di rinvii sufficienti per sostenere il suo progetto di scrittura, sottolineando come Cynthia Kisser avesse tentato di fornirgli segnalazioni, sebbene infruttuose. Le testimonianze di deprogrammatori come Robert Brandyberry e Mark Blocksom rivelano che la CAN indirizzava attivamente casi di deprogrammazione, con Brandyberry che affermava che circa il 75-85% dei suoi incarichi proveniva direttamente da funzionari della CAN.


Il Dr. Lowell D. Streiker, fondatore del Freedom Counseling Center, ha confermato che l'80% delle deprogrammazioni a lui segnalate erano iniziate dalla sede nazionale della CAN o dai suoi capitoli locali. Streiker ha descritto la rete antisette, di cui la CAN faceva parte, come una confederazione di genitori, deprogrammatori, ex membri di gruppi religiosi, professionisti della salute mentale e propagandisti religiosi evangelici, con la CAN che giocava un ruolo centrale nell'indirizzare le famiglie verso deprogrammatori coercitivi.


In una dichiarazione giurata, Streiker ha fornito numerosi esempi di deprogrammazioni organizzate dal CAN, affermando di essere disgustato dalla necessità di "ripulire i rottami lasciati dai loro deprogrammatori". Anche Mark Blocksom ha testimoniato sull'attività della CAN, sottolineando come la politica di indirizzo per la deprogrammazione fosse una prassi consolidata e ben conosciuta tra i membri dell'organizzazione.


Le testimonianze di vari deprogrammatori e operatori del CAN dimostrano che la pratica di indirizzare casi di deprogrammazione involontaria era diffusa e ben organizzata. Marty Butz, un membro dello staff della CAN all'inizio degli anni '90, ha stimato di aver effettuato personalmente circa 400-500 deprogrammazioni per persone che chiamavano il CAN.


In sintesi, le prove raccolte indicano che la CAN era profondamente coinvolta nell'indirizzare famiglie verso deprogrammatori, spesso per eseguire deprogrammazioni illegali e potenzialmente dannose. Questo coinvolgimento colloca la CAN come un fulcro di attività criminali nel campo della deprogrammazione coercitiva, sollevando serie domande sulla legittimità e l'etica delle sue operazioni.


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