CAN: Anti-culto, Deprogrammazione e Criminalità


Anti-cultismo Americano e Deprogrammazione

Nel cuore di un'America ossessionata dalle sette religiose, si è sviluppato un movimento controverso noto come Anti-Cult Movement (ACM), che ha abbracciato metodi discutibili e spesso illegali nel tentativo di "salvare" individui dalle loro scelte religiose. Basato su teorie pseudoscientifiche sul lavaggio del cervello, questo movimento ha sostenuto un'industria criminale ma redditizia: la deprogrammazione.


La deprogrammazione, una pratica brutale e coercitiva, è diventata sinonimo di rapimenti, detenzioni involontarie e abusi psicologici e fisici. Nonostante l'apparente patina di professionalità, le organizzazioni anti-sette come il Cult Awareness Network (CAN) e l'American Family Foundation (AFF) hanno svolto un ruolo chiave nel promuovere questa pratica. Presentavano la deprogrammazione come una necessità per liberare individui dal controllo mentale delle cosiddette "sette distruttive". Tuttavia, dietro questa facciata si celava una realtà oscura di violenza e violazioni dei diritti umani.


Ted Patrick, spesso considerato il pioniere della deprogrammazione, incarnava perfettamente il paradosso di un movimento che dichiarava di proteggere le persone mentre utilizzava metodi altrettanto coercitivi di quelli che denunciava. Patrick, senza alcuna formazione accademica in scienze comportamentali, guadagnò notorietà per i suoi metodi brutali e per le sue numerose condanne penali legate ai rapimenti durante le deprogrammazioni.


I Casi di Deprogrammazione

Una serie di casi di deprogrammazione illustra la natura violenta e spesso illegale di questa pratica. Nonostante la loro notorietà, questi casi mettono in luce le terribili esperienze delle vittime, molte delle quali sono state costrette a rinunciare alle loro convinzioni religiose sotto minaccia e coercizione.


1. **JB**: Cresciuto come cattolico romano, JB passò al protestantesimo, suscitando l'ira dei suoi genitori. Dopo inutili tentativi di fargli cambiare idea, lo sottoposero a una deprogrammazione violenta. Fu rapito e aggredito fisicamente da deprogrammatori che cercavano di costringerlo a ritornare alla fede cattolica. Nonostante le pressioni, JB resistette e denunciò le tattiche abusive utilizzate contro di lui.


2. **SR**: Negli anni '80, una giovane donna di nome SR fu rapita e violentata dai suoi deprogrammatori, incaricati dai suoi genitori che temevano fosse stata influenzata a diventare lesbica. Il caso di SR è emblematico della brutalità e del totale disprezzo per i diritti umani che caratterizzava molte deprogrammazioni.


3. **KL**: Nel 1990, KL, una donna d'affari di successo, fu rapita all'aeroporto di Seattle e detenuta per otto giorni in condizioni disumane. I suoi rapitori, preoccupati per la sua affiliazione ai Seminari Rama, cercarono di "liberarla" dalle sue convinzioni. Dopo essere stata costantemente monitorata e abusata, KL riuscì a denunciare l'accaduto alle autorità.


4. **LCM**: LCM, membro della Chiesa Universale e Trionfante, fu rapita e brutalmente detenuta dai deprogrammatori. Il suo caso, che coinvolse anche i suoi figli, portò a una lunga battaglia legale che alla fine vide i rapitori dichiararsi colpevoli di rapimento di secondo grado.


5. **El.M.**: Nel 1990, El.M., una donna Amish, fu rapita insieme a sua figlia dai deprogrammatori incaricati dal marito. Nonostante la fuga di El.M. e la successiva denuncia, i rapitori non furono mai processati, riflettendo la complessità legale e sociale delle comunità coinvolte.


Il Movimento Anti-Sette Oggi

Nonostante la bancarotta del CAN nel 1996, l'eredità del movimento anti-sette e delle sue pratiche coercitive persiste. I deprogrammatori hanno adottato nuovi termini come "interventisti" e "consiglieri di uscita" per distanziarsi dalla loro reputazione negativa, ma le pratiche abusive continuano sotto questi nuovi nomi. La normalizzazione del linguaggio dell'odio e delle tattiche coercitive evidenzia un inquietante parallelo con altri movimenti di odio che tentano di inserirsi nel mainstream culturale e politico degli Stati Uniti.


La lotta contro le sette distruttive ha rivelato un lato oscuro del moralismo americano, dove la fine giustifica i mezzi e dove i diritti individuali possono essere calpestati in nome di una presunta salvezza. È essenziale riconoscere e denunciare questi abusi per garantire che la protezione dei diritti umani rimanga al centro di ogni iniziativa contro le sette e per evitare che la storia si ripeta con nuovi nomi e volti.

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