Ondata di Violenza Contro i Testimoni di Geova in Giappone: Le Storie delle Vittime

Le recenti campagne anti-sette, scatenate dall'assassinio dell'ex Primo Ministro Shinzo Abe, hanno dato origine a un'ondata di odio e violenza contro i Testimoni di Geova in Giappone. Le storie strazianti di due donne vittime di aggressioni fisiche mostrano quanto il clima di intolleranza stia degenerando.


La Campagna di Odi e Violenza

L'assassinio di Shinzo Abe nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulla comunità religiosa giapponese. L'assassino ha dichiarato che sua madre era stata finanziariamente rovinata dalla Chiesa dell'Unificazione. Questo ha innescato una campagna diffamatoria contro le cosiddette "sette", prendendo di mira anche i Testimoni di Geova. Le linee guida del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare contro il presunto "abuso religioso dei bambini" hanno ulteriormente alimentato l'odio.


L'Esperienza di Y

Y, una dolce anziana, stava evangelizzando porta a porta a Chiba nel febbraio 2024. Durante una visita, un uomo infuriato l'ha aggredita violentemente, spingendola giù per le scale e trascinando la sua compagna per i capelli. Sebbene inizialmente riluttante a denunciare l'accaduto, Y si è rivolta alla polizia. Tuttavia, la risposta delle autorità è stata deludente. Nonostante l'identificazione dell'edificio e del piano, l'aggressore non è stato individuato e la polizia ha chiuso il caso.

Y, pur traumatizzata, continua la sua missione evangelica, ma evita il quartiere dell'aggressione. "Non provo rancore verso l'aggressore", dice Y, "ma sono preoccupata per l'aumento delle aggressioni incitate dai media".


La Drammatica Aggressione di S

S, una donna energica sulla settantina, ha subito un'aggressione ancora più violenta vicino a Hiroshima nel giugno 2023. Un uomo l'ha presa a calci, facendola cadere dalle scale e rompendole il polso. Anche lei inizialmente ha esitato a denunciare, temendo ritorsioni. Tuttavia, l'intervento del personale ospedaliero e l'anziano che l'accompagnava hanno portato alla segnalazione dell'incidente alla polizia. L'aggressore, un professore universitario, è stato arrestato e ha risarcito S per evitare il processo.


Nonostante il trauma e la paura persistente delle scale, S continua la sua missione, sottolineando la sua sorpresa per la violenza in un paese come il Giappone. "Non mi aspettavo che la persecuzione si manifestasse in modo così violento", afferma.


La Risposta del Governo e delle Nazioni Unite

La risposta del governo giapponese alle critiche dei Relatori speciali delle Nazioni Unite è stata evasiva. Sebbene il governo affermi di non aver mai inteso incitare alla violenza, il discorso d'odio promosso ha evidentemente contribuito alla stigmatizzazione delle minoranze religiose. La maggior parte degli studi sui crimini d'odio concorda sul fatto che l'incitamento all'odio, specialmente da parte delle autorità, porta inevitabilmente alla violenza.


Conclusione

Le esperienze di Y e S sono testimonianze dolorose di come l'intolleranza religiosa possa degenerare in violenza fisica. È imperativo che il governo giapponese e la società nel suo complesso prendano misure concrete per proteggere le minoranze religiose e condannare fermamente ogni forma di discorso d'odio. La giustizia e la protezione dei diritti umani devono prevalere per evitare che tali crimini continuino a ripetersi. Per approfondire ulteriormente la questione e comprendere meglio l'impatto devastante dei crimini d'odio sulle minoranze religiose, si consiglia di guardare il docu-film "THE IMPACT". Questo film rivoluzionario esplora in dettaglio le dinamiche e le conseguenze delle campagne di odio, offrendo un quadro completo e informato su questa problematica emergente.

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